Ultima modifica: 19 Maggio 2020
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Una bambina nel campo di concentramento di Bergen Belsen

Le classi terze di Via Salerno incontrano Sultana Razon.

LE CLASSI TERZE DI VIA SALERNO INCONTRANO SULTANA RAZON:

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“UNA BAMBINA NEL CAMPO DI CONCENTRAMENTO DI BERGEN BELSEN”

23 GENNAIO 2020

“Con l’uscita delle leggi razziali iniziavamo ad avvertire l’ostilità……..sentivo che c’era trambusto in casa, i pianti di mia mamma, discussioni perché mio padre avrebbe voluto andare via dall’Italia, e lì erano iniziate le opposizioni della mamma che non voleva muoversi……Finché ci si è resi conto che forse era meglio se fossimo partiti….” (Sultana Razon Veronesi in “I bambini italiani nella Shoah di Sara Valentina Di Palma)

LE RIFLESSIONI DEI RAGAZZI CHE HANNO VISSUTO QUESTA ESPERIENZA:

-“E’ stata un’esperienza che pur avendo assistito da seduta, mi ha fatto viaggiare attraverso gli anni, in un’atmosfera di tensione, commozione. Ascoltare questa testimonianza è stata una delle esperienze più toccanti che la nostra classe abbia mai fatto in questi tre anni”.

-“Questo incontro ha dato un volto a qualcosa di cui ogni anno si parla con ricostruzioni attraverso film, testi, libri, ma che non rendono neanche la metà delle emozioni che la signora Razon ci ha trasmesso. Quello che ci ha raccontato è un orrore, un incubo inimmaginabile, vissuto da una bimba coraggiosa, che ha aperto il suo cuore esponendosi, mostrandosi vulnerabile davanti a sconosciuti come eravamo noi”.

-“Ho capito da questo incontro che non si deve più commettere lo stesso errore anche se nel 2020 stiamo ancora assistendo al ripetersi di episodi di razzismo e discriminazione”.

-“Da questo incontro ho capito che la mente umana si può spingere troppo oltre”.

-“Questo incontro mi ha fatto provare ribrezzo, perché non avrei mai creduto che delle persone come noi potessero uccidere, torturare, sottomettere, violentare altre persone con occhi, faccia, corpo, cuore proprio come noi”.

-“Cosa avrei fatto io se mi fossi trovata al posto di Sultana Razon… Mi ha colpito il suo tono pacato nel raccontare, io invece al suo posto non sarei riuscita a trattenere tutta la mia rabbia, nonostante gli anni passati”.

-“Mi ha colpito come Sultana Razon, nonostante cambiasse continuamente luoghi prima di arrivare a Bergen Belsen, non mollava mai”.

-“La vita della Signora Razon è stata fin da piccola piena di scelte e responsabilità, che una bambina di 7 anni non dovrebbe mai avere. Mi ha toccato molto soprattutto il fatto che i soldati tedeschi rimanessero sempre così indifferenti davanti al loro dolore. La stessa indifferenza c’è tutt’oggi quando si verificano episodi di bullismo nelle scuole. Assistere a questa testimonianza è stata un’opportunità unica e molto emozionante”.

-“Questo incontro mi ha fatto capire l’infanzia difficile che ha dovuto vivere e del suo discorso mi hanno colpito queste parole: INDIFFERENZA – CRUDELTÀ – CORAGGIO – DETERMINAZIONE – RESPONSABILITÀ – FORZA”.

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-“Mi ha colpito come vivessero con l’ansia di non riuscire ad arrivare a fine serata e che dovesse andare a dormire con la paura di non svegliarsi la mattina seguente”.

-“La testimonianza di Sultana Razon, sopravvissuta agli orrori tedeschi, mi ha fatto ragionare sul fatto che le persone umane sono arrivate a fare cose così orribili. Non ha vissuto come noi la sua infanzia, perché si è trovata alla fine della guerra con i suoi 15 anni”.

-“ Sultana Razon, donna ebrea di origini turche, passò l’inferno da bambina a Bergen Belsen. Io al posto suo non ce l’avrei mai fatta a superare tutto quello che ha subito. Come si fa a vedersi togliere il proprio figlio di pochi mesi per essere infilzato con la baionetta”.

-“Mi ha toccato tantissimo ascoltare una persona, prova vivente di ciò che accadeva nei campi di concentramento durante la seconda guerra mondiale”.

-“La frase che mi ha colpito di più è stata:”tre mesi dove non avevamo da mangiare, e io correvo nei campi a cercare una foglia d’insalata, una carota o una patata dimenticata”; ho pensato:”Cosa avrei fatto se fossi stata al posto suo?” Non ce l’avrei mai fatta.

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-“È stato interessante approfondire con la prof. la tematica delle persecuzioni durante la 2a guerra Mondiale, mi ha fatto ragionare, ho potuto, attraverso i film le testimonianze, come quella su Sultana Razon e Liliana Segre al Parlamento Europeo, vedere il punto più basso dell’umanità, fino a dove si può spingere”.

-“Fa paura oggi sapere che ci sono persone che su queste cose scherzano e soprattutto NEGANO che siano accadute. Un dato che mi ha scioccato è quello dell’aumento dei NEGAZIONISTI”.

-“Io sono una di quelle persone che invece crede che tutto sia veramente accaduto durante la seconda guerra mondiale. Se fossi stata al posto di Sultana Razon non ce l’avrei mai fatta sia psicologicamente che fisicamente e penso che i pochi che sono riusciti a salvarsi siano degli eroi”.

-“Per me le guerre sono inutili, ammazzano solo persone, perché farle? Ma poi mi ricordo del POTERE, ecco cosa l’altra parte vuole: il potere!!”

-“Io mi sono chiesta: perché tanta INDIFFERENZA? Sultana Razon che è sopravvissuta a tale inferno ci ha raccontato cosa ha visto cosa ha vissuto, quanta paura ha provato ogni volta che veniva portata nelle stanze per fare la doccia, e oggi scoprire che ci sono molte persone che negano quanto accaduto è veramente spaventoso”.

-“Spesso non diamo importanza a certi avvenimenti perché non accadono a noi o ai nostri parenti. Immaginare il dolore provato da un’altra sopravvissuta, Liliana Segre, che come Sultana Razon è tornata a casa salva, ma da sola e senza più nessuno, un dolore che non posso neanche immaginare. Molti dicono che dagli errori si impara, ma se mi guardo intorno perché ancora oggi vedo, ascolto gesti, episodi di intolleranza? Perché non abbiamo ancora imparato a rispettare e accogliere l’altro per quello che è?”

LE CLASSI
3A – 3B – 3C
3D – 3E – 3L – 3P